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Visualizzazione dei post da 2010

verbi da fine anno

Aspettare sognare rimpiangere accogliere temere brindare baciare sperare preparare sfornare pensare incrociare le dita accarezzare festeggiare voltarsi guardare avanti addormentarsi... e tutto quello che ogni vita delle supermamme racchiude. Buon nuovo anno a tutti!

Perle preziose

Nella vita di ciascuno e quindi assolutamente anche in quella delle supermamme c’è una profonda esigenza di sentirsi in armonia. Ungaretti nella sua sinteticità esprimeva al meglio questo concetto quando scriveva “il mio supplizio è quando non mi credo in armonia”… Ebbene a volte accade che le supermamme vivano dei momenti, a volte degli istanti, in cui si sentano in pace con se stesse e con il mondo, vorrebbero far durare quel momento, sentono la pienezza e la vita attorno a sé, si sentono avvolte da qualcosa che è grande e le comprende assieme a ciò che è attorno a loro. Spesso nel vivere questa sensazione c’è di mezzo la natura, difficilmente la frenesia della vita di città, la televisione, le corse, gli stimoli e i bisogni veri e falsi della civiltà le fanno sentire altrettanto in armonia. Così vorrebbero conservare nel mucchio quelle perle preziose, e poterle tirare fuori nei giorni in cui la natura e il loro animo sono solo nebbia, uggia, foschia e buio. …Il sole che alle 8 in pu

Tette da fotografare

Lungi dal pensare a racconti o indicazioni tendenti al pornografico la trattazione si proporrà invece di affrontare l’eroismo e il coraggio senza pari che interessano le supermamme in particolari momenti della loro esistenza. Uno di questi, a ben vedere, è senz’altro il parto, o ancor meglio il post-partum. Tralasciando in questo momento la trattazione riguardante il baby blue (modo gentile di indicare lo stato di assoluta prostrazione e disperazione in cui talune mamme si trovano arrivate a casa con il pargoletto che pur piccolo sta stravolgendo le loro esistenze) ci si soffermerà brevemente sullo stato di cambiamento fisico. Già gli ultimi mesi di gravidanza le avevano rese simili a cetacei con difficoltà di movimento e piedi a zampogna( e che invidia quelle che dicono di essere andate in bicicletta fino al giorno prima di partorire!); già l’abbigliamento ripetitivo, ampio e infagottato le aveva fatte sentire poco attraenti…; ma ora che la pancia non c’è più ed è rimasta quell’append

Tipologie e giornate tipo

Pur nelle caratteristiche di base molto comuni, esistono diverse tipologie di supermamme. L’analisi di una categoria particolare, quella delle supermamme insegnanti, in una loro giornata aiuterà a comprendere lo stato di… prostrazione? soddisfazione?...depressione? esaltazione?...in cui tutte le supermamme, indipendentemente dal loro mestiere, possono trovarsi. Già durante la notte un figlio può svegliarsi con tosse persistente e le supermamme in questione spalmano timo sul petto o sotto i piedi, danno sciroppo omeopatico e fanno soffiare il naso super tappato da cui comincia ad uscire anche sangue abbondante. Se le supermamme in questione faticano a sopportare la vista del sangue per un vissuto tutto personale (va molto di moda dire così…) i 3/4 della famiglia saranno alzati insieme all’una di notte. Ma il mattino si apre con un’alba fredda e rosata e lascia prevedere bene. Peccato che la mattinata a scuola, raggiunta dopo 30 km di auto su strada ghiacciata, mattinata che doveva esse

Miracolo signora G e signora F

Le nuove condizioni economiche delle supermamme lavoratrici fanno sì che sia sempre più difficile far quadrare i conti. Da un lato infatti il lavoro le assorbe dal mattino a sera (checché ne dicano in molti), e il lavoro poi raddoppia nella cura dei figli, della casa, del cibo…; dall’altro non solo il tempo non basta mai, ma neppure i soldi. Allora pensano: cosa poter tagliare di non indispensabile per poter tirare un po’ il fiato? (a dire il vero prima si erano chieste come poter aumentare le entrate, ma non essendo giunte ad alcuna risposta convincente, che non sfiorasse l’inverosimile, erano passati alla domanda successiva). E dopo molto mumble mumble arrivano alla conclusione che l’apparecchio non si può eliminare, la ginnastica neppure, il cibo biologico di base neppure (che senso ha proseguire per 10 anni e poi mollare?) e allora si può tagliare la “colf”. O meglio: si possono eliminare le 4 ore settimanali di pulizia della casa e le 4 ore bimensili di stiro della biancheria… Sem

Domande, ricordi, vergogne e dubbi

Certe domande dei propri figli risvegliano ricordi e interrogativi. “Ma per quanto ci lasciavi in terrazza?” può esordire una sera tranquilla uno dei pargoli e alle supermamme si apre un mondo. Si rammentano di cose che erano davvero nel dimenticatoio, di quando l’ultima spiaggia per ottenere qualcosa era mettere in terrazza (per qualche secondo) le proprie creature, con qualsiasi condizione atmosferica, “insensibili” di fronte alla disperazione vera o simulata di aquile indispettite e indisponenti. O di quando l’età dei capricci imperversava e bave, pianti, rotolamenti sul pavimento le faceva sentire impotenti e correvano a leggere Mastromarino, Asha Philips, Bollea e nonostante tutto si sentivano sbagliate, cattive e perse. O si rifugiavano nell’angolo più lontano della casa per non sentirle quelle urla e si tappavano le orecchie e rosicchiavano le unghie e si chiedevano cosa fosse più giusto. A volte esageravano, se ne accorgono ora, altre volte no. Esageravano, e se ne vergognano,

Gesti osservati e condivisi

Un'altra occasione di incontro ed osservazione tra supermamme è la messa domenicale. Questa, lungi dall'essere momento di riflessione intimistica, contemplazione e tranquillità (per certi monaci o asceti lo può essere), diventa talvolta una sfida con le leggi della natura, altre volte un'occasione di osservazione e condivisione (e comunque il suo scopo forse non viene meno anche in tale occasione!). Nel primo caso la sfida alle leggi della natura consiste nel presentarsi in un'affollata comunità in cui la media anagrafica è tutt'altro che bassa, magari sfidando le intemperie, e dover far di tutto per contenere cuccioli poco più che neonati che sgambettano, vocalizzano, sbattono manine e piedini su tutto ciò che rimbomba (possibilmente nei momenti di silenzio), girovagano per le navate saltellando, mangiano crackers appositamente portati dai genitori per alleviare il momento di pena. In questa turbolenta situazione il sudore dei genitori intenti a contenere le loro c

Aspettando

Capita che le supermamme si ritrovino per qualche istante sole in automobile aspettando che i propri figli escano dal catechismo, la palestra, il doposcuola, la lezione di chissàcosa e che in quel frangente, stranamente sole, si ritrovino a pensare. A seconda dell’indole, del momento contingente, dell’orario le supermamme pensano le più diverse cose che variano dalle solite pressioni organizzative familiari ai problems solving in ambito lavorativo, alla necessità di una ceretta, all’urgenza di far quadrare il bilancio e non si sa come… Però capita anche che accanto alla propria auto, nella pioggerellina della sera tra le fastidiose luci riflesse sull’asfalto, dallo specchietto retrovisore vedano avvicinarsi due esseri strani. Sono un lui e una lei, sui vent’anni, lei con il gelato in mano, entrambi con berrettino proteggi umidità; saltellano, canticchiano, le loro voci si distinguono sempre più man mano che si avvicinano e si sente che scherzano (il gelato con la pioggia, poi!). Sbanda

Armonia

Certe volte le orecchie delle supermamme non riescono più a contenere pianti, risate, domande, racconti, chiamate, resoconti, ripetizioni di paragrafi su funghi-legno-cellule-fiabe-montagne-floreefaune-articoli-chat-cats ecc… e vorrebbero solo un quarto d’ora di silenzio in cui persino il rumore dei propri pensieri potrebbe infastidire. Altre volte le stesse, dapprima infastidite dall’ennesima chiamata dal fondo del corridoio a fine giornata, desidererebbero che il tempo si fermasse perché quella chiamata era solo per un po’ di coccole nel lettone “che è più morbido”. Quell’abbraccio tra loro, ergonomico, perfetto, di compenetrazione tra ogni mamma e la propria creatura le avvolge silenzioso. Le supermamme capiscono questa intima esigenza dei cuccioli perché è simile a quello che ciascuno si aspetterebbe a fine giornata, per “ritornare a casa”, sentirsi vivi, sentirsi amati, protetti, riscaldati e riappacificarsi con tutto. Per fortuna l’istinto dei bambini lo pretende. Perché gli adul

Pareti

Lontanissime dal pensare, come nella celeberrima canzone, che le pareti si trasformino in alberi, le supermamme riflettono però sulle stesse. Certo le guardano e vedono che sono da ritinteggiare, soprattutto in alcuni punti, dove scarpate, striscioni, colpi di matita colorata o pezzi di nastro adesivo le hanno gravemente compromesse. Certo altre volte procedono armate di pennelloni, giornali vecchi, tintura e quelle pareti le dipingono pure, azzardando anche colori vivaci e scoprendo un'energia inaspettata (oltre che dolori muscolari il giorno dopo e strane meches il giorno stesso). Certo a volte vorrebbero che quelle pareti fossero più spesse, imbottite, isolate acusticamente per non rischiare di venire arrestate dopo la denuncia dei vicini a seguito di urla disumane provenienti da ranocchietti in fasce, bambinetti in preda a crisi isterica davanti alle sottrazioni o adolescenti rivendicanti i loro diritti. Ma in uno strano ripiegamento interiore le supermamme vorrebbero che le pa

Abissi

Capita a volte che i figli comincino a fare domande che dimostrano lo scricchiolare di certe teorie, come quella della formichina/topolino che porta via dentini e riporta soldini; o come quella di sante o babbi o vecchiette che nottetempo ci ricolmano di regali. Le supermamme non vorrebbero mai che arrivasse quel momento che mette la parola fine ad un’era iniziata anni prima e che le riporta inevitabilmente a loro stesse. Capita poi che una sera uno di quei figli perda l’ennesimo dente, non dentino, ma premolare, canino, magari un po’ maciullato e sporco, e che si interroghi su come sia possibile che una formica sia interessata a quella schifezza e soprattutto come faccia a trasportarla… Le supermamme a malincuore decidono che è arrivato il momento di entrare nella fase due, quella della maggior consapevolezza, quella in cui ai sogni si unisce la dura realtà, quella in cui i loro cuccioli non saranno più presi in giro dai compagni perché credono a quelle cose. E allora si siedono amor

Metamorfosi

Undici anni prima, bucando il guscio, una testina umida con due occhioni aperti-immensi-curiosi-svegli-pronti a indagare il mondo, aveva fatto partire il processo di trasformazione da donna a mamma e supermamma. Il resto viene da sè, senza tante parole.

Stanchezza

A volte le supermamme sono stanche e si domandano il perché. Si chiedono cosa debbano fare per ritrovare un po’ di se stesse. Certo hanno interrato le piante officinali in terrazza, andranno a provare la lezione di pilates, si sono ripromesse di perfezionare il loro inglese, tedesco, francese, hanno in mente quella conferenza con la giallista che tanto amano… Cercano, insomma, di ritagliarsi quel famoso tempo per sé che tutti, da quando sono mamme, dicono loro essere un toccasana. Eppure si sentono stanche, nonostante la pappa reale bio. E sanno anche perché. Perché in fondo la loro mente non si ferma mai, le loro mani non si fermano mai, anche quando sono ferme. Domani saranno al lavoro dalla mattina alla sera e oggi devono pensare alla signora che verrà a stirare (e non pare ma anche riporre la biancheria stirata la sera stanche può essere un lavoro!), al pranzo e alla cena da improntare perché mariti e figli possano nutrirsi, ad essere decenti e presentabili per il giorno dopo (ma c

Mumwatching

Uno dei punti di osservazione ideali per studiare mamme e supermamme è il portone delle scuole primarie, nell’attesa che i bambini escano. Diversamente dalla scuola dell’infanzia, in cui i genitori entrano a orari variabili per prelevare i loro frugoli, o dagli altri ordini di scuola, in cui l’attesa e i convenevoli sono ridotti al minimo o inesistenti, la scuola primaria offre questa opportunità. Non sempre tale mumwatching si rivela attività interessante o piacevole, perché molte sono le specie di donne ivi raccolte. Sicuramente però sarà molto istruttiva. Nascoste dietro occhiali da sole più o meno evidenti le supermamme si osservano a vicenda, forse si studiano, talvolta si ignorano. C’è il gruppetto delle abituee, quelle che dispongono di maggior tempo, che arrivano quasi mezzora prima dell’orario e si appartano all’ombra di un albero a parlare-discutere-chiacchierare. Questo genere in particolare sa sempre tutto, assenze di compagni e maestre, festine organizzate o meno, compiti

Simboli

Le supermamme inguaribili romantiche simboliche streghe neocontemporanee, pur nella loro razionalità e nel loro tenere tutto sotto controllo, attribuiscono agli oggetti inanimati, alle foto, a tutto, un significato recondito. Per loro non è solo quella cosa lì che sta davanti a tutti; per loro è portatrice di ricordi, immagini, odori suoni, flashback. Come in una proustiana ricerca del tempo perduto. Così il pigiama consumato a fiorellini con l’elastico ormai andato è associato sempre al primo abbraccio con quel frugoletto minuscolo che già le guardava con occhini spalancati, gli stessi di oggi. Quel disco di Concato le riporta alla loro gravidanza, alla sottile nausea, all’odore di primavera, alla paura mista alla voglia di nuovo. L’era glaciale tre le riporta a tanta malinconia, stanche sul divano, riappropriandosi della propria vita, della propria famiglia, in una lunga convalescenza. Il cassetto della cucina da riordinare si congiunge a quella voglia di fare e riordinare mentre i c

Cimici, sardine e altri strani animali

Nelle notti in cui l’autunno si fa sentire, un bel freschetto fa indugiare sotto copertine un po’ più pesanti e avviene la ripresa delle mille attività scolastiche con relativi annessi, le supermamme desiderano con tutto il cuore avere un sonno riposante per affrontare con forza e serenità il giorno che comincia. Tuttavia questo non sempre accade, anzi le inquietudini dei cuccioli per la scuola appena ripresa, il freddo notturno che fa scappare la pipì, la canzone waka waka troppe volte sentita e ora rimbombante nella testa fa perdere quei preziosi momenti di sonno ristoratore. La notte in cui terribili serpenti con tremende spire avvolgono il letto della più grande dei propri figli(quella che si pensava ormai a posto in quanto a paure notturne!)e un urlo di terrore squarcia la notte, le supermamme non solo faticano a riprendersi dallo spavento, ma anche a riprendere il sonno per l’attivarsi improvviso del cervello con tutte le sue necessità pensanti e organizzative. E anche quando ent

Labbra rosso fuoco

La vedete quella ragazza forse neanche trentenne con le labbra rosse, i jeans attillati, le unghie perfettamente laccate e lunghe lunghe che quasi non riesce a tenere la penna in mano? Che ve ne pare? E quella nonna con tacchi a spillo su scarpe di vernice nera, con quella maglia che lascia scoperte le spalle e mostra solo due spalline di strass? Che dite? Sono due supermamme. Unite per affrontare il destino, solidali per resistere e poter mostrare quel sorriso rosso fuoco nonostante tutto. Non importa sapere troppo di loro, basta guardare il loro cucciolotto profumato che a causa di un maledetto fasciatoio è scivolato appena nato e ha fatto iniziare l'apnea ai suoi genitori; tanto forte è mancato il respiro che il papà se ne è andato subito, ucciso dal crepacuore, dal senso di colpa. Ma quella giovanissima supermamma non ha rinunciato alle cure, alle attenzioni, ad una vita per sempre condizionata, alle possibili alternative per il suo bambino, che rimarrà bambino per sempre anche

Se li guardano

Secondo il sentire comune i cuccioli di pochi mesi o anni sono quelli che maggiormente inteneriscono e meritano di essere osservati e seguiti nei loro progressi. In effetti che cosa c’è di più dolce dei primi gorgheggi? che cosa sorprende e allarga il cuore più di quei sorrisi a gengive aperte? che cosa è più degno di essere ricordato che quella manina fredda e minuscola appoggiata al proprio corpo mentre si allatta? Per non parlare poi delle tartarughine gattonanti per casa alla velocità della luce, di quei nanerottoli che ti corrono incontro per la prima volta come se niente fosse più naturale, a quei discorsi a metà tra la fantasia e la realtà che solo chi comincia a ragionare e parlare riesce a fare. E’ tutto vero e giusto. Ma ad un certo punto le luci, gli applausi e i commenti della platea finiscono e i propri cuccioli diventano normalissimi cuccioli un po’ più grandicelli per cui l’unica espressione di meraviglia rimane: “Ma che grandi!” “Ma quanto sono cresciuti!”. Secondo il s

Sane Trasgressioni

L’educazione dei cuccioli, basata su contenimento, regole, compromessi, rigidità, flessibilità, autorevolezza, autorità, e tutto ciò che supermamme e coniugi cercano di apprendere, mettere in pratica e capire, ora con sforzo, ora con naturalezza, a volte ha bisogno di sane trasgressioni. Tali trasgressioni, utili ai grandi e ai piccini, possono rivelarsi nelle forme più disparate purché vengano dal cuore, dalla fantasia, dalla voglia di stare assieme, dall’amore reciproco, “regola” sopra ogni regola. Allora le supermamme si troveranno nella verandina del mare a sbafarsi pringles e coca cola solo in compagnia della propria figlia maggiore, la quale custodendo tale peccaminoso segreto, con gli occhi luccicanti, dirà “una volta ogni tanto coca e patatine noi due da sole si può fare no?”. Oppure le suddette sm si sorprenderanno a dipingere cuoricini rossi di smalto sulle unghie già laccate di rosa di cuccioli di tutte le età, persino a maschietti… che “se non si fanno d’estate certe cose…

Alta quota

Come stambecchi saltellanti o pesanti marmotte affaticate, durante le gite montanare le supermamme si inerpicano su sentieri anticipate nei loro passi da cuccioli trotterellanti per cui la fatica non sembra esistere. Salgono prima in macchina e già lasciano alle spalle un po’ di civiltà; fermano l’auto ad un punto e iniziano a proseguire a piedi, con bastoncini in mano e sulle spalle zaino, provviste, indumenti da aggiungere a strati, acqua e cioccolata per i momenti di calo zuccheri. L’aria è sempre più fresca e frizzante; l’auto, ultimo barlume di modernità, sempre più lontana. I pensieri di una supermamma civilizzata e abituata alla città si affollano di imprevisti possibili, ferite e dissenterie improvvise, ma le gambe continuano ad avanzare su quelle praterie a duemila metri come da secoli e millenni le gambe delle supermamme dell’umanità. Pensano ai pericoli nascosti lassù per la propria prole, ma i bambini corrono sempre più avanti inseguendo marmotte fischianti, cercando fossil

Sopravvivenza (istinto di)

Perdere il marito in due e due quattro, all’inizio dell’estate, con una figlia da mantenere all’università. Avere paura del risultato di un esame all’inizio dell’estate, proprio quando ci si voleva rilassare. Lasciare andare dopo mesi di sofferenza il proprio anziano genitore, e cercare di continuare l’estate, riappropriandosi della vita in cerca di serenità. Dover correre in soccorso alla propria sorella più vecchia in ospedale per un attacco, dall’altra parte dell’Italia. Non riuscire a progettare la vacanza, nemmeno una settimana perché il proprio caro è da accudire, anche solo con il pensiero, visto che è lì inerte, con un fiore in un vaso. Perdere improvvisamente il proprio fragile fratello, proprio nell’ultima settimana di vacanza al mare. Tutte le supermamme conoscono la vita, la pensano, hanno anche vissuto momenti di dolore, di attesa di tempo fermato. Per cui non sarà egoismo, né superficialità, né insensibilità, quel loro assaporarsi ogni momento in cui l’estate potrà offrir

Tipe da spiaggia

Sotto il sole, nelle pose più disparate, il villeggiante distratto potrebbe scorgere corpi di donna diversi e uguali intenti al relax, alla tintarella, alla lettura, alla vita di mare. L’occhio attento e osservatore invece, dietro quell’apparente futilità scorge diverse tipologie di donna e di supermamma. Da quella più anziana, appollaiata sul suo sgabello, con bermuda e maglietta da nonna sprint, in vacanza con figlia e nipoti. Indossa grossi occhiali da sole e si protegge gli occhi preoccupata che vento o sabbia rovinino la recente operazione di cataratta. Eppure sorride con apertura di cuore e denti al piccolo nipote che, con la ciambella multicolor addosso, le mostra le prodezze tra le onde. Un’altra invece, ben più giovane, con natiche perfette incorniciate in un succinto bikini, sembrerebbe non avere niente a che fare con cure e pensieri da supermamma. Eppure accanto a sé gioca un cucciolo protetto da crema, bandana, nutrito a banana, più sana di patatine o gelati confezionati; e

Nonne e supermamme lontane

Certe donne di una volta vivono una vita intensa e piena: diventano supermamme giovanissime, sostengono diverse gravidanze, organizzano, cuciono, tagliano, inventano, cucinano con maestria, badano a figli, casa, giardino, gente che gira per casa, marito d’altri tempi, lavano, stirano, raccontano, affrontano i diversi tsunami della loro esistenza con forza e coraggio vacillando appena… Anche la vecchiaia che avanza non le scompone, o le muta lentamente e la loro forza le aiuta. Fino a che un giorno qualcosa si inceppa. La memoria le tradisce o, peggio, la loro mente galoppa lucida mentre occhi o orecchie o mani o gambe diventano nemici, ostacoli, e non riescono più a fare ed essere quello che prima facevano o erano. I figli e i nipoti, indaffarati, intrappolati nei ritmi della società civile, difficilmente riescono da soli ad essere d’aiuto a quelle supermamme nonnine che si stanno trasformando. Così intervengono eserciti di supermamme in carovane dall’est disseminate nei paesi d’Europ

Coraggio e paura

Come fanno le supermamme ad essere diventate grandi, a non sentire nel bosco i rumori della notte, a non temere di avere come unica luce quella flebile della luna tra gli scuri rami, a non immaginare gufi, cinghiali, volpi, pronti ad uscire delle fronde con lunghe ombre e a riversarsi improvvisamente sulla pista ciclabile? Come fanno a continuare a pedalare incitando al canto e alla tranquillità i loro cuccioli impauriti o terrorizzati rassicurandoli che tra breve si sarà arrivati a casa? Il mistero di questo coraggio è racchiuso in atavici respiri che tengono lontano l’animo bambino pronto a lasciarsi trasportare da fantasie di orrori notturni e imbracciano la strada degli adulti pronti ad affrontare tutto. Ma sarà poi vero?

Preparativi

Le supermamme che vanno in vacanza sentono dentro di loro un misto di sentimenti che vanno dal desiderio di essere finalmente rilassate (e poi lo saranno davvero sempre?) cullate da onde diverse o rinfrescate da verdi paesaggi, all’ansia di non aver ancora preparato le valigie, alla stanchezza per dover correre da una parte all’altra della casa con mutande, costumi, scarponi, cercando di mettere le cose giuste al posto giusto, soprattutto se in casa ci sono 40 gradi umidi. Diverse sono le supermamme e diversi i preparativi: alcune iniziano anche 15 giorni prima mettendo in valigia le cose ordinatamente man mano che se ne ricordano, le hanno stirate e preparate. Altre invece preparano liste scritte e procedono tagliando con la matita i vari oggetti come in un rito liberatorio. Altre ancora invece riempiono il baule della macchina mettendo le cose più o meno alla rinfusa, non solo in valigie, ma anche in sacchetti sparsi (cosa che altre supermamme non tollerano). Altre supermamme ancora

Bambine e supermamme

Cinque bambine, amiche, cugine, sorelle, immortalate nel giardino della nonna in mutande, in ordine di altezza, con il comboloi greco al collo o sorridenti dopo la passeggiata sul Finonchio con i fazzolettini tirolesi in testa allacciati dietro e in posa da vamp, diventeranno un giorno tutte supermamme. E riprodurranno nella realtà tutta la dolcezza, le cure, le attenzioni che mettevano in pratica con le loro bambole, nei loro giochi assieme, mentre la fantasia correva in situazioni sempre nuove e voglia di inventare. Da quella foto, come da un nucleo di partenza, la vita, il caso, le scelte le porteranno a strade diverse ma senza mai venir meno a quell’intesa che le faceva sorridere insieme. Condivideranno le gioie e gli smarrimenti, le fatiche quotidiane e le diverse esperienze. Anche i diversi chilometri di distanza che le separeranno non impediranno loro di sentirsi unite, partecipi l’una alle esistenze delle altre e quando i pensieri dell’una diventeranno addirittura troppo assord

Canzoni

Le supermamme che ignare del futuro durante la luna di miele percorrevano le distese pianure danesi riascoltando all'infinito "Giudizi Universali" di Samuele Bersani (anche perchè era l'unica musicassetta portata con sè, nella fretta dei preparativi... e la radio locale non era molto allettante), quelle stesse supermamme non sapevano che l'avrebbero cantata assieme alle loro figlie aspettando il pieno del metano. Sapevano che quella canzone se la sarebbero ricordata per sempre, che sarebbe stata una delle loro preferite che l'avrebbero d'allora in poi associata a verdi terre, cieli nuvolosi e affascinanti, brezze amletiche, stradine perdute e gocce di miele dolci da assaporare. Ma non sapevano che un musetto pieno di lentiggini, con gli occhi sorridenti e spensierati le avrebbe accompagnate in quelle note, anticipandone le strofe. La vita riserva della cose inaspettate, talvolta più dolorose di quel che si poteva temere, ma anche più dolci e ricche di quel

orsi...in via d'estinzione?

Le supermamme sanno di essere fortunate (quando sono fortunate) ad avere i loro compagni con i quali condividere l’esistenza e sono grate alla vita per questo. Tuttavia… Tuttavia in certi periodi dell’anno non coincidenti necessariamente con quelli del letargo i loro compagni subiscono una metamorfosi e si orsizzano. L’elemento orso tende a prevalere su quello umano e sono necessari lunghi discorsi, scosse emotive, eventi di diverso tipo per evitare che la situazione si cronicizzi, come accade talvolta negli esemplari più anziani. Evidenti segni di metamorfosi si manifestano ad esempio quando il periodo lavorativo è stressante, o i problemi economici affliggono. L’uomo orso tende ad assolutizzare il momento e difficilmente riesce a volgere lo sguardo altrove; persino lo sguardo diviene più torvo e il linguaggio tende a mugugnii o mutismi. Ogni tentativo dell’uomo orso di rendersi affabile, qualora un barlume di saggezza lo colga, risulta molto penoso e forzato. Un’altra occasione di me

Tempo per

Le supermamme che per motivi diversi decidono di tenere un blog non sanno che in certi periodi dell’anno persino mettersi al pc e scrivere può essere un’impresa ardua. La loro ispirazione e le loro idee sono talvolta destinate a fluttuare nella mente per giorni, imbrigliate nel corpo senza che sia loro concesso di trasformarsi in lettere, parole, pagine scritte. Le supermamme corrono così tanto e si dedicano così incessantemente ad altro che, quando possono, invece di riflettere virtualmente sul loro essere, preferiscono tentare di essere, per non sottrarre tempo ai cuccioli, al compagno e magari anche a loro stesse. Il blog a volte può aspettare, se c’è voglia di un rotolamento sul lettone a fare “mamma grufola”, se c’è necessità di dire ciò che si sente e si pensa a chi si ama, se la pioggia dà un attimo di tregua e c’è la possibilità di fare un giro da sole in centro con la bici. Sarebbe bello che le supermamme avessero sempre del tempo per tutto questo, per altro, e per scrivere il

5 anni

Cinque anni sembrano pochi e sono moltissimi. Cinque anni davanti al cancello della scuola primaria, la chiamano così, al mattino e a mezzogiorno, con le altre supermamme, i pulmini gialli, i papà, le nonne, l’incaricato di turno con delega a prelevare il piccolo, il pane in mano, la corsa dal lavoro, l’acqua sul fuoco, saluti veloci, pioggia all’uscita e pigne in testa con il vento, gli abbracci e i“come è andata” di rito. Le supermamme non si capacitano che quegli sdentati cucciolotti inesperti seduti composti e timidi in banchi più grandi di loro siano ora pronti per spiccare il volo verso l’altra scuola, quella che li porterà ad essere ancor più grandi e pur sempre cuccioli. Le lacrime inconsolabili dell’ultimo giorno di scuola della quinta, di bambini certo, ma anche di maestre e mamme, non sono facili da contenere. Portano con sé un’era che finisce, rapporti che si modificano, timore per il nuovo non solo per i ragazzini ma per le loro supermamme e le loro famiglie. In quelle lac

Quale dovere?

Accade che le supermamme siano intrise fin dalla nascita di senso del dovere. Accade che spesso tralascino quello che vorrebbero per quel che devono. Accade che fin da bambine preferissero non scontentare gli altri (per paura?) e di scontentare se stesse. Accade che le supermamme abbiano una figlia che assomigli loro tantissimo nel carattere e che vorrebbero insegnarle a vivere rispettandosi più di quanto abbiano fatto loro in passato, a godersi la vita, amando gli altri e il mondo ma amando prima di tutto la propria interiorità, i propri sentimenti, i propri desideri,i sogni, la propria creatività e le proprie bizzarie per poi essere donne piene e felici. Accade poi che le supermamme si mettano molto in ballo per aiutarle in questo percorso a volte tentando persino di modificare il proprio dna! Però non basta. Perchè il loro lavoro è inflessibile, il dovere di donne lavoratrici prevale su quello di mamme. Che poi non sarebbe un dovere, sarebbe una gioia, quella di partecipare alla pr

Un attimo prima che il sonno le colga

Il sonno delle supermamme, tralsciando quello repentino profondo improvviso ineluttabile che le coglie sul divano guardando (?) il programma di turno, può essere di vari tipi. Il più frequente però, soprattutto in periodi intensi di lavoro-figli-recite-cene conclusive di chissàcheattività-organizzazioni future, è quello in cui le supermamme vengono portate molto rapidamente dallo stato di veglia a quello di torpore profondo, senza però che niente impedisca loro di organizzare e dipanare un groviglio di pensieri per la giornata seguente. Ok domani il sugo è già pronto, basta che i superpapà condiscano l'insalata,ma l'avrò detto che c'è già l'insalata pulita in frigo, devo anche prendere il pane prima di entrare al lavoro, se riuscissi anche a telefonare all'estetista per vedere se ha un buco, portare al mio collega quelle fotocopie! me ne sono scordata... quasi quasi metto la ciabatta rovescia così domani mattina mi ricordo, domani non hanno rientro quindi posso port

Intimità (2)

Quanto allo smussamento dell’intimità delle supermamme un’altra questione può essere indicativa del fenomeno. Si tratta dell’intimità tra le supermamme e i loro compagni. Se il bambino è un infante spesso appartiene alla tipologia infante-suora/prete che inizia a vagire poco dopo che sono iniziate le danze amorose e interrompe bruscamente ogni velleità di recuperare l’atmosfera ante quam; oppure si sveglia matematicamente un istante dopo l’inizio del rilassamento dei due “lottatori”. L’infante tuttavia è ancora incapace di intendere e di volere e addirittura può soggiornare nella stessa stanza dei suoi genitori non creando particolari problemi. Diversamente si verifica quando il bambino cresce e le sue capacità logico-deduttive diventano pericolose. Allora c’è chi conta sul pesante sonno dei bambini, chi rigorosamente si chiude a chiave (con relativa scusa prontamente preparata in caso di tentativo di forzatura della porta), chi minimizza gli approcci, chi invece rischia e conduce tutt

Intimità (1)

Il concetto di intimità per le supermamme subisce una decisa metamorfosi rispetto a quello del resto della popolazione mondiale. Viene ridefinito, smussato, assottigliato, ridimensionato… Il caso sotto riportato sintetizza questo singolare fenomeno. Le supermamme tornano stanche dal lavoro, si dedicano alle coccole dei cuccioli che non vedono dalla sera prima, mettono qualcosa sul fuoco per la sera e per il pranzo, cenano assieme alla famiglia ascoltando e chiacchierando e poi corrono a farsi una doccia, agognato momento di relax e di riequilibrio fisico e mentale, come se l’acqua potesse portarsi via sporco, puzza e stanchezza. Mentre assaporano quel breve momento di pausa, sentono l’acqua scorrere e annusano delicati profumi avvolgerle, avvertono al di là del vetro appannato una nuova presenza. Alla domanda “Chi è?” subitanea la risposta “Devo fare la cacca”. Alla contro domanda-affermazione: “Ma noi abbiamo due bagni” subitanea la contro risposta-affermazione: “Ma qui ho l’asciugama

Graffi e soffi

Certe volte le supermamme si sentono sbagliate e si interrogano sull’opportunità di quello che hanno fatto cercandovi potenziali errori. Altre volte invece sanno di aver fatto bene, correttamente, giustamente, ma l’attacco a sorpresa di altre della loro specie, che anziché solidarietà e gratitudine sbattono addosso recriminazioni o stupidità, le costringe a tirare fuori gli artigli, a soffiare forte in segno di pericolo, ad esternare con potenza le proprie ragioni con una grinta e un coraggio che solo le supermamme con una certa esperienza riescono a tirare fuori. Questo non serve però a farle stare meglio. Anzi, si sentono svuotate, impoverite, tradite. E non tanto perché dubitino della propria buona fede o del proprio operato, ma perché si sentono lontane anni luce da quella specie di mamme, si sentono braccate, costrette, senza mani tese verso di loro. E’ quella parte di umanità che percepiscono così diversa, con la quale sembra impossibile arrivare a qualsiasi tipo di dialogo, di

Eventi (2)

Le supermamme poi compiono gli anni e ritornano bambine perché hanno bisogno di sentirsi coccolate, di spacchettare, di attendere la sorpresa, di essere realmente sorprese. Anche se il passare del tempo un po’ le inquieta, anche se non faranno la festina con le amiche, anche se per vezzo fingono che a loro non interessi... in fondo ci tengono e ci rimangono anche male se qualcuno che è nel loro cuore non si ricorda. Quando compiono gli anni le supermamme sanno che sta scivolando via un altro pezzettino di tempo ma sanno che hanno arricchito con quel pezzettino la torre della loro esistenza e dei loro cari. Alcune poi annusano l’aria e risentono l’odore dell’erba tagliata e del sole con le nuvole bianche, rivedono quel vestitino di maglia leggera, azzurro con i lamponi rosa, e quella cinturina di gomma morbida e liscia sui fianchi con il quale accoglievano gli amici a sbafarsi crostatine-fragole-e-crema; e si chiedono come mai non si sentano poi così lontane e diverse da allora.

9 maggio 2010

A tutte le supermamme che dicono che non gl'importa, a quelle che si offendono se.., a quelle che l'hanno festeggiato la prima volta, a quelle che hanno tra le braccia un "miracolino", a quelle che hanno ascoltato una poesia detta d'un fiato, a quelle che hanno ricevuto un diploma in inglese "mum number one award", o una ghirlanda di cartoncino, un fiore di feltro, un improbabile sottopentola che trasuda vernidas, due manine impresse nel das e colorate di rosso, una foto con sorriso forzato dentro un cuore di cartone, una piantina vera che morirà tra 15 giorni, un bocciolino di rosa bagnato dalla recente pioggia...; a quelle che proprio ieri in finale di giornata si sono sentite urlare "io ti odioooo"! forza, coraggio, auguri! Le supermamme, oltre ogni "ragionevole dubbio", pensano per un attimo al loro eterno legame iniziato chissà in che mondo e in che tempo lontani.

Non pensarci

Ci sono cose a cui le supermamme non riescono a pensare a lungo. Cose che la vita porta nelle sue diverse onde, ma che le mente fatica a contenere, il cuore incapace di gonfiarsi così tanto. Una ragazza bravissima e dolcissima che va a scuola con parrucca e mascherina e matura in fretta e diventa saggia e parla dei suoi sogni futuri. Un bambino che va a scuola ma non sta in classe, il bavagliolo a collo, le cinghie che lo legano al grande passeggino, urla e grida come unico dialogo con il mondo, gli occhi che ti guardano senza vedere. Due ragazzine travolte da un pezzo di montagna a distruggere tutti i sogni in un’assolata spiaggia in riva al mare. Un’altra frana a colpire meticolosamente una supermamma che sta andando ad allattare il suo cucciolo nato prematuro. Bambini trafugati nella loro innocenza. Orfanotrofi con ciotole per cani a cui cuccioli si avvicinano per mangiare. Madri e figli strappati gli uni alle altre e deportati in vagoni diversi, mai più ricongiunti durante l’orrore

Supermamme di tutto il mondo unitevi

Il primo maggio è una festa che le supermamme sentono perché loro lavorano sempre. Il fatto che quel giorno non vadano a lavorare permette di fare quelle cose che nella frenesia della vita quotidiana, che unisce i frammenti di mille attività, spesso si devono lasciare indietro: lavare tende, sistemare terrazze, garage, ripostigli, mettere in vaso qualche fiore che dia colore, ripulire cassetti, provare a togliere quelle macchie... Normalmente le supermamme possono riuscire ad incastrare attività di questo genere nelle loro giornate assieme al tentativo di far quadrare il bilancio con la spesa, comprare le scarpe nuove ai figli, che sono già passati al numero successivo e rattrappiscono le loro dita nelle scarpe dell'anno prima, pensare a cosa preparare da mangiare in modo che l'apporto nutrizionale sia corretto, il gusto gradito da tutti, il cibo sufficientemente veloce da preparare... Le supermamme prima di ciò si sono alzate magari alle 6 per prendere un treno, hanno predispo

Piccole donne crescono

Dalla loro postazione privilegiata di osservatrici, le supermamme che aspettano dalla parrucchiera mentre lavano e tagliano i capelli alle proprie figlie si trovano in bilico tra passato e futuro. In un presente che è difficile da interpretare. Osservano quel profilo rilassato mentre la ragazza sciacqua le ciocche morbide, musetto di topolino identico a quello che per primo era stato immortalato in bianco e nero a contrasto in quell’ecografia. E chi se lo immaginava proprio così? Bello, morbido e levigato, da ripassare mille e mille volte con lo sguardo o con un dito (e chissà quale essere maschile per primo lo sfiorerà…) Mentre le forbici lasciano cadere a terra fiocchi di pelo, avvolte nel mantello le bambine si guardano allo specchio, già piccole donne consapevoli che quello è un loro momento di relax, noia e vanità. E le supermamme annusano l’aria che è intrisa di un futuro quasi presente, di cambiamenti imminenti nel corpo e nel carattere, di sguardi un po’ più maliziosi o scontro

Nido vuoto

“Nido vuoto” è il titolo di uno dei bellissimi romanzi gialli della scrittrice catalana Alicia Gimenez Bartlett che dà vita alla figura dell’ispettrice di polizia Pedra Delicado la quale, pur talvolta cinica e non supermamma, piace tanto alle supermamme per le sue capacità e le sue riflessioni tra le pagine delle indagini. Nido vuoto è la sindrome in mezzo alla quale si trovano le supermamme e i loro compagni quando i cuccioli, ormai svezzati da lungo tempo, prendono le loro strade, si sposano, si trasferiscono, studiano lontano. E le stanze della casa sembrano così vuote e ordinate. Nido vuoto è il desiderio incolmato di una donna di diventare mamma, il non sentirsi capace di procreare, il percepirsi diverse e macchiate da colpa, la sofferenza profonda celata da un sorriso alla domanda “E voi? Quando ci darete un erede?”. Nido vuoto è quel grembo che ha generato e dato la vita, ma che poi è stato privato di quella culla necessaria perché ciò avvenga ancora. E’ la fine di sofferenza e

Sogni

Ogni sera prima di andare a dormire tutte le supermamme del mondo passano dai lettini, le culle, le amache, le stuoie dei loro cuccioli per spiarne i sogni. E’ un rito che si ripete e che tranquillizza gli animi, le fa sentire grandi e piccine al tempo stesso. Entrando nelle loro camere l’odore del sonno dei cuccioli è quasi inebriante, misto di borotalco, infanzia, leggero sudore, capelli appiccicati alla fronte, mentolo e timo sul petto, camomilla, sciroppo… E’ un odore buono diverso da cucciolo in cucciolo, si conserva e si modifica con l’età. A volte i cuccioli non si accorgono della presenza delle supermamme e continuano come sassi immobili, altre volte emettono un sospiro, si girano, aprono gli occhi sonnambuli, digrignano i denti. Le loro espressioni rilassate sono uguali a quando erano appena usciti dal guscio, la stessa connessione con un mondo lontano e perfetto, incapace di male e sofferenza, con le mani appoggiate delicatamente che a sfiorarle sono petali delicati. Una care

Sole

La supermamma per definizione porta pesi e sopporta. Lo fa con amore, con dedizione, pazienza, a volte con stanchezza e inquietudine. Ma alcune supermamme si trovano a dover portare un peso che non avevano messo in conto. Succede quando si trovano sole, abbandonate, ferite, lasciate. Non si sa perché di punto in bianco loro non vanno più bene e vengono scartate, le responsabilità individuali vengono rinfacciate all’infinito, al dialogo e alla costruzione si è preferita la rinuncia, qualcun’altra è magari pronta a rimpiazzarle. E si trovano sole. Ma supermamme. La ricostruzione diventa paradossalmente più difficile perché non devono leccare solo le proprie ferite ma pensare alla salvaguardia dei loro cuccioli. Da proteggere e accudire se sono cuccioli cuccioli, da sostenere e far crescere se stanno entrando nella fase difficile di cambiamento che già destabilizza tutti, genitori e figli. Devono provvedere da sole alla ricerca di cibo, sostentamento e salute, devono pensare da sole a cos

...davvero supermamme?

Una cosa a cui le supermamme non riescono a credere è che i loro mariti, i loro compagni, i padri dei loro figli, abbiano avuto una supermamma. Madre sì, supermamma no. Non possono essere supermamme quelle donne che non hanno insegnato a raccogliere mutande, calze, magliette sporche dal pavimento, che li hanno serviti con primo secondo due contorni e dolce ad ogni sacro desco. E neppure quelle che hanno permesso ai propri bambini di crescere senza coccole e baci ma con un grande senso del dovere. E neppure quelle che entrano con le proprie chiavi facendo una “sorpresa” ai nuovi sposi. E neanche quelle che ti dicono di aver incastrato con arti maliarde i propri figli. E che dire di quelle che trovando una lettera (d’amore) indirizzata ai propri “bambini” la leggono e la commentano a tavola la domenica? Per non parlare poi di quelle che non si accorgono di niente che non le riguardi. Eppure anche quelle mamme hanno sofferto di nausea, hanno sperato di avere un figlio sano, hanno desidera

Binari paralleli

Le donne non ancora supermamme spesso non capiscono il turbinio di eventi-emozioni-organizzazioni-mancanza di sé che caratterizza le vite delle loro colleghe femmine che hanno già figliato. Sull’argomento si potrebbero aprire dissidi, contrasti, rivendicazioni. Spesso sia per le une che per le altre si covano desideri più o meno celati e il dialogo talvolta può diventare difficile se non impossibile. Anche le donne in attesa del primo cucciolo si tuffano ancora (non con il pensiero del tutto libero, però!) in aperitivi, gite dell’ultimo minuto, shopping senza freni, considerazioni esistenziali entusiasticamente possibiliste sulla loro vita futura: “in fondo con un bambino piccolo puoi fare praticamente tutto”! Salvo poi capire o semplicemente sentire che tutto, tuttissimo, è cambiato un secondo dopo aver sentito quel vagito. Ma le donne non ancora supermamme si aggirano indaffarate nella loro esistenza, preoccupate di incastrare i loro mille impegni, lamentandosi perché la loro vita è

Ospedale

Alcuni pagliacci dottori si aggirano per la corsia ma le supermamme pensano che proprio alla fine di quella settimana in cui si sentono stanche e provate per il lavoro e tutto il resto non vorrebbero vivere quel momento, non vorrebbero essere lì, a fianco di quel letto mobile con la loro creaturina vestita da gnomo verde con strani calzari e gli occhi smarriti. Gli stessi occhi loro che però stasera hanno indossato quelli della rassicurazione e della tranquillità e il sorriso del coraggio. Ma sanno bene che mezz’ora, prima quando erano corse a casa in fretta per prendere pigiama e necessario – non si era mica calcolato quell’imprevisto per stasera, anzi veniva la baby sitter per il cinema – non capivano più niente della loro casa e la lucidità e la freddezza non esistevano più. Mosse affrettate automatiche senza pensieri. E fuori da quella porta dove addormentate senza di loro i cuccioli freddamente vengono violati nella loro perfezione, anche se l’anestesista li teneva per mano, sono

triduo pasquale

Le supermamme in questi giorni di "triduo" sentono riaffiorare dentro di loro immagini e sensazioni sopite in angoli lontani della memoria. Riaffiora il primo giorno di vacanza, il giovedì, a gironzolare tra prato- strada- garage finchè la giornata ormai più lunga portava le ombre del crepuscolo e il fresco, mentre i propri genitori erano impegnati a travasare il vino nelle bottiglie succhiando da quella cannuccia. Il venerdì le supermamme stavano al sole del pomeriggio a giocare (e che altro sennò) ma si ricordano che alle tre in punto pensavano a nostro Signore in croce, con una strana sensazione che quel tepore e quella gioia dentro stridessero con il temporale e il cielo scuro che caratterizzarono quel giorno in cui ora trasmettevano solo musica classica. E il sabato, poi, spesso radioso di luce, da assaporare ancor più che il giorno di Pasqua stesso, si concludeva sempre con il rito di pittura delle uova, in cucina. Uova da rompere il giorno dopo in una battaglia famigli

Mani intrecciate

Per le supermamme che si spostano tra i ghiacci, le savane, i boschi, le mangrovie lungo i propri percorsi, viaggiare con i propri cuccioli è motivo di gioia, orgoglio e piacere. Sentimenti uniti, a volte, a rimpianti, noia e fastidio. Infatti durante gite fuori porta, viaggi e viaggetti le supermamme possono arrivare a rimpiangere i ritmi e le mete di quando morose o giovani spose (si può esserlo anche fino ai 40 se non si ha ancora partorito…) girovagavano alla ricerca di angolini culturali, romantici, con giornate stakanoviste alternate a lunghe soste contemplative. Possono arrivare ad annoiarsi (ma non poi tanto!)davanti all’ennesima “Città del sole”, alle infinite corse tra le colonne di un monumento, agli “aspetta ancora un attimo”, agli sbuffi e uffa per qualche bocconcino di cultura di troppo. Possono arrivare ad indispettirsi quando facendo notare le perle e il pizzo della Madonna di Filippo Lippi (a proposito: che ritratto di supermamma con quel bambino teneramente avvinghiat

las súper mamás e le borse

In Spagna in questi giorni tra le supermamme gira una catena via mail(Para todas las súper mamás) che elenca una serie di caratteristiche da cui è possibile riconoscere un tale esemplare. Uno degli aspetti su cui ci si può soffermare è la particolare borsa della supermamma. Un tempo, prima di avere figli, la ragazza ignara di tutto girava con minuscole borsette di vario tipo, verniciate, colorate, di cuoio, lana cotta, e poteva inserire in essa chiavi, fazzoletti, cellulare e spiccioli.Talvolta, se giovane e poco incline alle smancerie, poteva addirittura girare con i soldi nella tasca dei jeans o con zainetti microbici e sportivi. Divenuta supermamma però uno dei cambiamenti psicologicamente più devastanti cui essa è chiamata è la moltiplicazione del volume della borsa, del numero dei colli e del loro contenuto. Con il bambino neonato infatti la supermamma deve ricordarsi di portarsi appresso un mini trasloco della propria abitazione ogni volta e per fortuna l'aumento dei mesi del

Casi della vita

Quando una donna diventa mamma e supermamma piano piano il suo modo di vedere la realtà si trasforma e si accentua quella sensibilità che prima già esisteva magari solo in nuce. L’amore e la comprensione profonda che cerca di riservare ai suoi piccoli lentamente si estendono a chiunque (o quasi!) venga con lei a contatto. Di fronte a dei ragazzi apparentemente sbruffoni, imbroglioni, pasticcioni, impertinenti la supermamma subito si innervosisce ma spesso un altro fenomeno la interessa: non solo vede in loro potenziali figli ed è in grado dunque di andare oltre l’apparenza, cercando di capire cosa c’è nel profondo; ma si immedesima nelle madri di quei bambini, di quei ragazzi, di quei figli. E sente la paura, il senso di inadeguatezza, la voglia di avere un figlio più “facile” e nonostante ciò l’attaccamento alle proprie creature. Così capita che un dodicenne venga sospeso da scuola per le sue battute sceme, troppe volte ripetute, per le sue chiacchiere infinite, per i suoi gesti di pr

Primavere

Occhi di madonna lungo le strade, profumo di erba nuova nell'aria, primo desiderio di togliere il giaccone (chissà se le viole laggiù sono già spuntate?)... rivivendo il risveglio della primavera le supermamme ritornano proustianamente ai loro giorni d'asilo, alle foto sul banco con le costruzioni in mano, alle prime ricreazioni in giardino ad osservare per poi comporre l'"osservo e scrivo", a quell'aria fresca che colpisce il collo e tradisce la gola e a giornate spensierate, giocose, con pensieri semplici e profondi. Avvertono di non essere così diverse da allora e si sentono intimamente vicine alle loro creature che vorrebbero altrettanto giocose, spensierate, profonde e per le quali si augurano mille primavere da vivere, annusare, osservare, ricordare.

Diverse e uguali

Le supermamme sono di specie molto diversa ma sono tutte uguali. Sono diverse nell’aspetto, nelle tradizioni, nelle abitudini, nella gestione della vita. Alcune rasentano la perfezione organizzativa, altre vivono e fanno vivere nel caos; alcune hanno tradizioni famigliari consolidate, altre devono inventarsene una perché il loro passato le ha lasciate sole; alcune preparano riso e danno molta indipendenza ai loro cuccioli; altre hanno il velo attorno al volto e cucinano cous cous; alcune si muovono con calma nei loro pesi un po’ eccessivi e parlano a voce alta; altre sono riservate e timide e parlano per lo più con gli occhi. Eppure tutte corrono spingendo un passeggino se sono in ritardo per prendere il cucciolo maggiore all’uscita di scuola; tutte ripetono le paroline apparentemente senza senso dei loro piccoli che imparano a parlare in dialoghi intimi e profondi che aiutano a crescere; tutte sorridono davanti all’obiettivo che le immortala abbracciate ai loro cari in una giornata di

Ricorrenze

Quando arriva il compleanno dei cuccioli le supermamme si aggirano indaffarate nell’organizzare qualcosa per festeggiarli. Corrono, comprano, impastano, preparano, spolverano di zucchero, impacchettano, disegnano... Ma quello che sentono dentro riguarda anche loro perché il cuore e la mente le riporta a quell’attesa, all’emozione mista a paura, a quel condensato di speranza e timore che come una gemma pronta a scoppiare era lì, attimi prima di sentire quel vagito. E si assentano con la mente quasi ebbra nel rivivere quegli istanti, nel risentire il velluto irripetibile di quel musino messo vicino a loro in cerca di calma, e quella manina fredda che si appoggiava alla pancia mentre con la bocchina aperta e ansimante cercava il primo latte, e quei capellini umidi appiccicati alla testina, e quel miagolio nel sonno che chissà dove era stato appreso. E vogliono che quel giorno, a distanza di uno o più anni, sia speciale per i loro cuccioli perché niente al mondo le aveva fatte sentire cos

Futuro

Le supermamme si indignano, si demoralizzano, si preoccupano anche. Succede quando hanno la percezione di vivere in un paese che non ha a cuore il futuro, e ovviamente, le supermamme pensano a quello dei loro piccoli oltre al loro. Nei propri pensieri intuiscono che si potrebbe fare qualcosa per migliorare, lo vedono anche a chiare lettere in esempi che giornali o televisione riportano, su paesi o città che hanno già fatto gesti, azioni, progetti concreti per salvaguardare il futuro delle nuove generazioni, la terra, il mondo in cui viviamo. Le supermamme desolate si chiedano come poter incidere nel loro di paese che queste cose non le sente, fa finta di non sentirle, fa finta di avere già in atto progetti, azioni, ed è solo un modo per spartirsi fondi che non daranno mai luce e vita a nessuno. Queste supermamme vorrebbero scappare dove le loro voci e i loro istinti di proteggere sono già ascoltate. Ma sarebbe una fuga; e sanno invece che devono provare a cambiare il proprio piccolo mo

8 marzo

Le supermamme più fortunate sono quelle per cui l’8 marzo significa aver già raggiunto comprensione, condivisione, parità, amore reciproco. Le supermamme più fortunate l’8 marzo non hanno bisogno di rivendicare o nascondersi in squallidi festini ma possono guardare in faccia i superpapà che come loro si impegnano, pensano, condividono e poi stendono, aggiustano, mettono su l’acqua e cuociono la pasta, si alzano di notte, cambiano pannolini, si fanno sputare in faccia le pappe, fanno la spesa, assistono in ospedale, con tutta la naturalezza e l’amore che hanno. Grazie a questi superpapà le supermamme possono dire che qualcosa è cambiato e che, senza tradire la propria identità di uomo o donna, insieme è meglio.

diari

Succede che le supermamme, guardando il quaderno di italiano dei propri cuccioli e leggendo i vari esercizi assegnati dalla maestra, si imbattano in un esercizio dal titolo: "Scrivi una pagina di diario immaginando di essere una mamma". Succede che sul quaderno leggano lo svolgimento del compito in questa forma: "caro diario, mia figlia è una vera belva. E' superdisordinata, non mette mai a posto la sua stanza. Quando mangia mette i piedi sulla tavola. Legge troppo e studia tantissimo. E' ossessionata dalla principessa Sissi, quando ne parla diventa matta. Comunque le voglio molto bene. La sera quando la vado a baciare sembra un'angioletta. Poi la mattina ricomincia a farmi domande che mi ha fatto 100 volte. Le piace ballare però non è riconoscente (a volte). noi la portiamo ovunque e lei vuole sempre di più." Succede che leggendo queste parole, che sono sicuramente in parte frutto di finzione letteraria, si sentano male e vedano in esse rispecchiate lor

quando le mamme fanno "om"

Le supermamme, spesso in maniera anche eccessiva, si prendono cura dei loro piccoli provvedendo alle loro necessità. Non sempre però alle azioni di estrema dedizione corrisponde una equivalente attenzione da parte dei bambini e anzi spesso le supermamme si chiedono in cosa abbiano sbagliato e cercano con tutte le forze di non esplodere in rabbiose manifestazioni e mantenere calma e pazienza: le supermamme fanno "om". Le supermamme preparano i vestiti la sera pensando a quali possano essere i più adatti e graditi: i cuccioli (grr)si alzano al mattino e imprecano contro quei "maledetti pantaloni"; le bambine attorno ai tre anni desidereranno senza dubbio indossare una gonnellina magari primaverile in inverno e possibilmente rosa; le bambine attorno ai nove sicuramente vorranno i pantaloni, ma non quelli! ...le supermamme fanno "om". Le supermamme preparano il pranzo o la cena cercando di incontrare i gusti di tutta la famiglia: i cuccioli potranno reagire i

traumi e vita

le supermamme a volte si trovano in un uragano di paura e dolore, il loro corpo le tradisce e sono costrette a stare lontano da casa per farsi curare. capiscono che la loro vita è preziosa ma sanno di essere un puntino in mezzo all’universo e si affidano al destino. in ospedale lontano dai loro cuccioli sono aiutate dalle loro supermamme ad accudirli e sanno che sono al sicuro ma piangono perché ne hanno nostalgia e hanno paura che anche i loro piccoli ne soffrano perché è quella che sentono, forte. E vorrebbero annusare il loro odore, i loro capelli, sentire le loro guance morbide per tutta la notte, invece di essere in preda agli incubi che il trauma riporta. E pregano che anche senza di loro i cuccioli crescano e trovino la felicità. Anche quando tornano a casa dopo l’ospedale, e devono stare ferme a riposo (le supermamme non concepiscono la parola riposo e questo stato pur necessario risulta forzato e costrittivo), non desiderano altro che essere presenti e accudiscono i loro picco

supermamme e superfiglie

Sdraiate sul lettone con le loro figlie a contatto di pancia, guancia, respiro, mani, le supermamme stanno bene. Le superfiglie anche. Alle supermamme pare di non sentire altro che il respiro delle loro creature e se ascoltano bene capiscono di esse tante cose che a parole non si sentono. Senza parlare e pensare capiscono quel che è giusto per loro, perdonano quello che le aveva fatte arrabbiare, si perdonano di essersi arrabbiate. Le supermamme per un attimo si sentono coccolate dalle loro stesse creature e respirano a fondo e si cullano in quell'abbraccio. Poi interviene qualcosa e il caos torna sovrano, e di nuovo le supermamme organizzano, rimproverano, ascoltano, parlano... con un briciolo di saggezza in più.

Procacciare cibo

Tutte le supermamme devono procacciare cibo e altri generi necessari alla vita quotidiana per sé e per i loro cuccioli. Spesso l’operazione non si presenta semplice già in partenza, nel trovare uno scampolo di tempo tra lavoro-casa-compiti-sport-catechismo-casa-pensieri-visite-ed-altro. Il più delle volte la ricerca di cibo viene inserita tra una commissione e un’altra, con il tempo contato e necessita di una perfetta organizzazione. La fatica inizia già nella ricerca del parcheggio, se la supermamma si muove in auto, perché tale ricerca fa perdere tempo prezioso e sali minerali attraverso le sudate della supermamma. (Nel caso in cui la supermamma si muova in bicicletta il problema si presenterà alla fine quando la poveretta dovrà incastrare sporte traboccanti al manubrio e in equilibrio precario attraversare la città per raggiungere il nido di casa). Ma la difficoltà maggiore si manifesta quando puntualmente la supermamma non dispone di moneta per il carrello e, sfidando ogni logica