Quando una donna diventa mamma e supermamma piano piano il suo modo di vedere la realtà si trasforma e si accentua quella sensibilità che prima già esisteva magari solo in nuce. L’amore e la comprensione profonda che cerca di riservare ai suoi piccoli lentamente si estendono a chiunque (o quasi!) venga con lei a contatto.
Di fronte a dei ragazzi apparentemente sbruffoni, imbroglioni, pasticcioni, impertinenti la supermamma subito si innervosisce ma spesso un altro fenomeno la interessa: non solo vede in loro potenziali figli ed è in grado dunque di andare oltre l’apparenza, cercando di capire cosa c’è nel profondo; ma si immedesima nelle madri di quei bambini, di quei ragazzi, di quei figli. E sente la paura, il senso di inadeguatezza, la voglia di avere un figlio più “facile” e nonostante ciò l’attaccamento alle proprie creature.
Così capita che un dodicenne venga sospeso da scuola per le sue battute sceme, troppe volte ripetute, per le sue chiacchiere infinite, per i suoi gesti di provocazione; e che la sua supermamma, venuta dal sud anni prima, provata nell’animo tanto da aver tentato di finire questa vita, spesa e spremuta nel pulire le case del paese, si senta morire. E spera, senza neanche saperlo, che tra gli insegnanti di suo figlio ci sia qualcuno capace di guardare negli occhi del suo bambino e vedere dietro quella scorza da bullo la profondità di un lago e che quella punizione non sia stata cattiveria ma sia stata pensata e voluta come occasione di crescita.
Capita anche che certi insegnanti siano supermamme o superpapà e che si comportino come tali e che allora quei figli e le loro madri siano al sicuro perchè qualcuno li ascolterà, parlerà loro, cercherà di trovare una strada e una soluzione.
Di fronte a dei ragazzi apparentemente sbruffoni, imbroglioni, pasticcioni, impertinenti la supermamma subito si innervosisce ma spesso un altro fenomeno la interessa: non solo vede in loro potenziali figli ed è in grado dunque di andare oltre l’apparenza, cercando di capire cosa c’è nel profondo; ma si immedesima nelle madri di quei bambini, di quei ragazzi, di quei figli. E sente la paura, il senso di inadeguatezza, la voglia di avere un figlio più “facile” e nonostante ciò l’attaccamento alle proprie creature.
Così capita che un dodicenne venga sospeso da scuola per le sue battute sceme, troppe volte ripetute, per le sue chiacchiere infinite, per i suoi gesti di provocazione; e che la sua supermamma, venuta dal sud anni prima, provata nell’animo tanto da aver tentato di finire questa vita, spesa e spremuta nel pulire le case del paese, si senta morire. E spera, senza neanche saperlo, che tra gli insegnanti di suo figlio ci sia qualcuno capace di guardare negli occhi del suo bambino e vedere dietro quella scorza da bullo la profondità di un lago e che quella punizione non sia stata cattiveria ma sia stata pensata e voluta come occasione di crescita.
Capita anche che certi insegnanti siano supermamme o superpapà e che si comportino come tali e che allora quei figli e le loro madri siano al sicuro perchè qualcuno li ascolterà, parlerà loro, cercherà di trovare una strada e una soluzione.
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