Le supermamme sono di specie molto diversa ma sono tutte uguali. Sono diverse nell’aspetto, nelle tradizioni, nelle abitudini, nella gestione della vita. Alcune rasentano la perfezione organizzativa, altre vivono e fanno vivere nel caos; alcune hanno tradizioni famigliari consolidate, altre devono inventarsene una perché il loro passato le ha lasciate sole; alcune preparano riso e danno molta indipendenza ai loro cuccioli; altre hanno il velo attorno al volto e cucinano cous cous; alcune si muovono con calma nei loro pesi un po’ eccessivi e parlano a voce alta; altre sono riservate e timide e parlano per lo più con gli occhi. Eppure tutte corrono spingendo un passeggino se sono in ritardo per prendere il cucciolo maggiore all’uscita di scuola; tutte ripetono le paroline apparentemente senza senso dei loro piccoli che imparano a parlare in dialoghi intimi e profondi che aiutano a crescere; tutte sorridono davanti all’obiettivo che le immortala abbracciate ai loro cari in una giornata di sole o pioggia spensierata; tutte si alzano di notte se la febbre arriva improvvisa; tutte si commuovono nel prendere tra le loro dita per la prima volta quella manina morbida e rugosa; tutte soffrono e piangono di fronte al dolore e alla morte; tutte difendono i loro cuccioli da qualsiasi “aggressione”; tutte si sorridono se si incrociano e si riconoscono in un uguale destino di supermamma; tutte hanno a cuore il futuro dei loro nati; tutte quando si addormentano, di sera, sono bambine, mogli, sorelle, nipoti, compagne, amiche, e mamme (anzi supermamme), e pensano nella loro lingua al giorno che sarà domani.
Esco dal mazzo delle supermamme e dei loro pensieri e prendo la parola. Da sei anni provo a raccontare me stessa e le altre come me attraverso questo blog. Voleva essere una specie di trattato “ de supermammibus ” una carrellata di ritratti, atteggiamenti, manie, paranoie, pensieri ed emozioni propri a chi fa il mestiere, difficile, sorprendente e meraviglioso, della mamma (che poi si intreccia a quello della figlia, della donna, della famiglia, di chi vive). Non so se ci sono riuscita, non so se, invece che parlare di noi , ho parlato solo di me ; non so se il mio punto di vista sulla vita abbia poi interessato qualcuno. Non sono riuscita a trasformare il blog in uno scambio di idee e, se da un lato questo confronto mi faceva paura, alla fine un riscontro mi è mancato. Il marketing pro domo mea (inglese + latino, che sfoggio!) non mi è mai riuscito: magari ho trovato casa, fidanzato, lavoro alle amiche e poi non ho avuto il coraggio di prendere il bidet nuovo per me. Credo sia una
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