Passa ai contenuti principali

Sole

La supermamma per definizione porta pesi e sopporta. Lo fa con amore, con dedizione, pazienza, a volte con stanchezza e inquietudine.
Ma alcune supermamme si trovano a dover portare un peso che non avevano messo in conto. Succede quando si trovano sole, abbandonate, ferite, lasciate.
Non si sa perché di punto in bianco loro non vanno più bene e vengono scartate, le responsabilità individuali vengono rinfacciate all’infinito, al dialogo e alla costruzione si è preferita la rinuncia, qualcun’altra è magari pronta a rimpiazzarle. E si trovano sole. Ma supermamme.
La ricostruzione diventa paradossalmente più difficile perché non devono leccare solo le proprie ferite ma pensare alla salvaguardia dei loro cuccioli. Da proteggere e accudire se sono cuccioli cuccioli, da sostenere e far crescere se stanno entrando nella fase difficile di cambiamento che già destabilizza tutti, genitori e figli.
Devono provvedere da sole alla ricerca di cibo, sostentamento e salute, devono pensare da sole a cosa sarà meglio fare, devono scegliere da sole, devono far quadrare i conti da sole, devono pensare da sole senza quella meravigliosa risorsa della condivisione su cui prima potevano contare. Che effetto poi andare a letto la sera e sentire quella parte fredda e vuota. Non vogliono pensare agli abbracci che ora scalderanno altre, non vogliono pensare al senso di inadeguatezza e dolore che ora le pervade. Stringono i denti e mandano giù lacrime e sanno che devono portare rispetto per amore dei loro figli. Proprio loro che non sono state rispettate.
Può succedere che trovino un altro compagno di volo ma comunque dopo molto tempo e sofferenza. Per ora, le supermamme abbandonate, sono sole e la lotta quotidiana per la vita è più tenace che mai.

Commenti

Post popolari in questo blog

Prima persona singolare

Esco dal mazzo delle supermamme e dei loro pensieri e prendo la parola. Da sei anni provo a raccontare me stessa e le altre come me attraverso questo blog. Voleva essere una specie di trattato “ de supermammibus ” una carrellata di ritratti, atteggiamenti, manie, paranoie, pensieri ed emozioni propri a chi fa il mestiere, difficile, sorprendente e meraviglioso, della mamma (che poi si intreccia a quello della figlia, della donna, della famiglia, di chi vive). Non so se ci sono riuscita, non so se, invece che parlare di noi , ho parlato solo di me ; non so se il mio punto di vista sulla vita abbia poi interessato qualcuno. Non sono riuscita a trasformare il blog in uno scambio di idee e, se da un lato questo confronto mi faceva paura, alla fine un riscontro mi è mancato. Il marketing pro domo mea (inglese + latino, che sfoggio!) non mi è mai riuscito: magari ho trovato casa, fidanzato, lavoro alle amiche e poi non ho avuto il coraggio di prendere il bidet nuovo per me. Credo sia una

De supermatribus (1)

Quante supermamme incontro? tantissime, a partire dalle 7.45 davanti alla porticina secondaria della scuola dove i bambini entrano prima. Le vedo truccate, curate, sulle loro auto, nei loro pensieri, che raccolgono le forze per iniziare una nuova lunga giornata e mettere assieme i pezzi delle vite di tutti. Le vedo in bicicletta con due seggiolini vuoti, uno davanti e uno dietro, senza ombrello sotto la pioggia, correre verso casa dalla stazione perchè devono raggiungere i loro piccoli come mamma aquila, gufa, leonessa, con il loro stesso fiero istinto di proteggere, nutrire, riscaldare i cuccioli anche alle 8 di sera quando è buio e la giornata dovrebbe essere alla fine e loro devono reinventarsi le energie per il più importante momento della giornata. Le supermamme sono di specie molto diversa, alcune sono talmente diverse che in comune hanno solo il fatto di essere supermamme. penso ad alcune supermamme molto graffianti con la bocca vistosamente contornata di rosso, con

Foto

Le foto sono tremende. Hanno un potere enorme: fissano attimi e te li sbattono inaspettatamente in faccia investendoti di ondate di nostalgia o commozione o di senso-del-tempo-che-passa (e troppo in fretta). Qualcuno è puntualmente ritratto mentre mangia, con la bocca piena e storta, qualcun altro in pose poco credibili, qualcun altro fa invidia a tutti per la sua fotogenicità, ad altri ancora viene messo in evidenza il nasone o il ciuffo storto, o le occhiaie troppo marcate. Spesso non ci si piace e quello che voleva essere un bel ricordo diviene spesso occasione per rimbrotti o risate collettive. Nelle case di tutte le supermamme girano foto di ogni tipo: chi le classifica ordinandole cronologicamente commentando ogni immagine; chi le tiene alla rinfusa in scatole da scarpe, con finta noncuranza; chi le conserva ancora nei vecchi portafoto anni Settanta dai colori arancione o verde sgargiante; chi le digitalizza, le stampa, le ingrandisce, le regala, le riproduce periodicamente per