Cinque bambine, amiche, cugine, sorelle, immortalate nel giardino della nonna in mutande, in ordine di altezza, con il comboloi greco al collo o sorridenti dopo la passeggiata sul Finonchio con i fazzolettini tirolesi in testa allacciati dietro e in posa da vamp, diventeranno un giorno tutte supermamme. E riprodurranno nella realtà tutta la dolcezza, le cure, le attenzioni che mettevano in pratica con le loro bambole, nei loro giochi assieme, mentre la fantasia correva in situazioni sempre nuove e voglia di inventare.
Da quella foto, come da un nucleo di partenza, la vita, il caso, le scelte le porteranno a strade diverse ma senza mai venir meno a quell’intesa che le faceva sorridere insieme. Condivideranno le gioie e gli smarrimenti, le fatiche quotidiane e le diverse esperienze. Anche i diversi chilometri di distanza che le separeranno non impediranno loro di sentirsi unite, partecipi l’una alle esistenze delle altre e quando i pensieri dell’una diventeranno addirittura troppo assordanti o difficili da sostenere l’eco di quei pensieri raggiungerà anche le altre, ma così pure la speranza, i sogni, la voglia di continuare ad essere come in quella foto in mutande, nonostante tutto.
Da quella foto, come da un nucleo di partenza, la vita, il caso, le scelte le porteranno a strade diverse ma senza mai venir meno a quell’intesa che le faceva sorridere insieme. Condivideranno le gioie e gli smarrimenti, le fatiche quotidiane e le diverse esperienze. Anche i diversi chilometri di distanza che le separeranno non impediranno loro di sentirsi unite, partecipi l’una alle esistenze delle altre e quando i pensieri dell’una diventeranno addirittura troppo assordanti o difficili da sostenere l’eco di quei pensieri raggiungerà anche le altre, ma così pure la speranza, i sogni, la voglia di continuare ad essere come in quella foto in mutande, nonostante tutto.
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