Capita che le supermamme si ritrovino per qualche istante sole in automobile aspettando che i propri figli escano dal catechismo, la palestra, il doposcuola, la lezione di chissàcosa e che in quel frangente, stranamente sole, si ritrovino a pensare.
A seconda dell’indole, del momento contingente, dell’orario le supermamme pensano le più diverse cose che variano dalle solite pressioni organizzative familiari ai problems solving in ambito lavorativo, alla necessità di una ceretta, all’urgenza di far quadrare il bilancio e non si sa come…
Però capita anche che accanto alla propria auto, nella pioggerellina della sera tra le fastidiose luci riflesse sull’asfalto, dallo specchietto retrovisore vedano avvicinarsi due esseri strani. Sono un lui e una lei, sui vent’anni, lei con il gelato in mano, entrambi con berrettino proteggi umidità; saltellano, canticchiano, le loro voci si distinguono sempre più man mano che si avvicinano e si sente che scherzano (il gelato con la pioggia, poi!). Sbandano qua e là superandosi in una danza originale e in un ultimo volteggio, prima di sparire dietro l’angolo, lui la bacia rapido e allegro.
Così quella sera, aspettando, il pensiero corre in un’unica direzione, a quando le supermamme e i loro lui erano quei due ragazzi spensierati nell’oscurità. Si chiedono se sia davvero inevitabile la trasformazione a quello che sono ora, una cosa bellissima e profonda, ma diversa. Si chiedono a cosa sia dovuto il cambiamento, e quando esattamente sia avvenuto. Si chiedono se senza i loro frugoli potrebbero essere altrettanto felici e sanno che no. Sanno che alcune ricercano quella voglia di vita in cene con gli amici, altre in sporadiche serate al cinema (complici nonni o baby sitter), altre in viaggi avventurosi intorno al mondo, in gare di ballo, in corsi di cucina o bricolage.
Ma hanno lo stesso, infantilmente, nostalgia di quel tempo così carico di aspettative e sogni da far scoppiare il petto.
Anche se sono certe, come dice una famosa supermamma, che guardandosi indietro sarà forse questa l’epoca che rimpiangeranno di più.
A seconda dell’indole, del momento contingente, dell’orario le supermamme pensano le più diverse cose che variano dalle solite pressioni organizzative familiari ai problems solving in ambito lavorativo, alla necessità di una ceretta, all’urgenza di far quadrare il bilancio e non si sa come…
Però capita anche che accanto alla propria auto, nella pioggerellina della sera tra le fastidiose luci riflesse sull’asfalto, dallo specchietto retrovisore vedano avvicinarsi due esseri strani. Sono un lui e una lei, sui vent’anni, lei con il gelato in mano, entrambi con berrettino proteggi umidità; saltellano, canticchiano, le loro voci si distinguono sempre più man mano che si avvicinano e si sente che scherzano (il gelato con la pioggia, poi!). Sbandano qua e là superandosi in una danza originale e in un ultimo volteggio, prima di sparire dietro l’angolo, lui la bacia rapido e allegro.
Così quella sera, aspettando, il pensiero corre in un’unica direzione, a quando le supermamme e i loro lui erano quei due ragazzi spensierati nell’oscurità. Si chiedono se sia davvero inevitabile la trasformazione a quello che sono ora, una cosa bellissima e profonda, ma diversa. Si chiedono a cosa sia dovuto il cambiamento, e quando esattamente sia avvenuto. Si chiedono se senza i loro frugoli potrebbero essere altrettanto felici e sanno che no. Sanno che alcune ricercano quella voglia di vita in cene con gli amici, altre in sporadiche serate al cinema (complici nonni o baby sitter), altre in viaggi avventurosi intorno al mondo, in gare di ballo, in corsi di cucina o bricolage.
Ma hanno lo stesso, infantilmente, nostalgia di quel tempo così carico di aspettative e sogni da far scoppiare il petto.
Anche se sono certe, come dice una famosa supermamma, che guardandosi indietro sarà forse questa l’epoca che rimpiangeranno di più.
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