Sicuramente il carattere delle supermamme si differenzia molto a seconda della persona in oggetto, quella che sarà più espansiva, quella più chiusa, quella disposta a socializzare facilmente, quella maggiormente dedita a affari privati, quella desiderosa di condivisione, quella invece più predisposta a tenere tutto per sé…
Accade però, in una strana alchimia, che anche le supermamme taciturne, o comunque riservate, socievoli, ma moderate si sentano per un giorno chiacchierone. Si vedono dall’alto, da un ipotetico google mum, e si accorgono che dalla parrucchiera, complice l’esiguo numero di avventrici, stranamente parlano con la signora che spunta loro le chiome come di solito non fanno, si esprimono in giudizi sui propri strani vicini di casa o sui propri sentimenti di fronte a casi della vita come mai era capitato di fare, solitamente chiuse in un silenzioso riserbo e in un affastellarsi di pensieri. Anche in cartoleria la gentile signora che fa il conto si lascia andare a confidenze sul proprio modo di prepararsi i vestiti di fretta il mattino, ed anche qui le supermamme non si trattengono dal conversare condividendo le proprie abitudini. Altre volte accade per telefono, con amiche che avevano chiamato solo per un veloce accordo e che invece si sentono travolte da un fiume di parole (forse capiscono ora la metafora sanremese stranamente vincitrice alcuni anni prima! Anche con i propri famigliari devono raccontare quello che è successo prima, al lavoro, al supermercato, dal dentista. Vorrebbero fermarsi, ma non ci riescono, hanno bisogno di esternare, esternare, comunicare, parlare!!!
Perché? Forse Freud o Jung (sapete la differenza? Qualcuna di voi sicuramente sì!) darebbero la loro spiegazione ma molto banalmente alle supermamme viene qualche intuizione…
Chiameranno quell’inspiegabile irrefrenabile parlantina in vari modi: bisogno di rapporti over 10, esorcismo della solitudine, condivisione con donne che si sentono affini, tirare fuori una parte nascosta di sé, voglia di esserci, necessità di essere ascoltate dopo tanto ascoltare, dirsi e quindi affermarsi, normalità di un genere, quello femminile, che ha in sé la cifra del comunicare… voi come la definireste?
Certo si stupiscono di essere così, quelle volte, e un po’ se ne vergognano, in quella immancabile tendenza a darsi sempre un giudizio, possibilmente negativo. Eppure quel giorno erano proprio delle taciturne chiacchierone.
Accade però, in una strana alchimia, che anche le supermamme taciturne, o comunque riservate, socievoli, ma moderate si sentano per un giorno chiacchierone. Si vedono dall’alto, da un ipotetico google mum, e si accorgono che dalla parrucchiera, complice l’esiguo numero di avventrici, stranamente parlano con la signora che spunta loro le chiome come di solito non fanno, si esprimono in giudizi sui propri strani vicini di casa o sui propri sentimenti di fronte a casi della vita come mai era capitato di fare, solitamente chiuse in un silenzioso riserbo e in un affastellarsi di pensieri. Anche in cartoleria la gentile signora che fa il conto si lascia andare a confidenze sul proprio modo di prepararsi i vestiti di fretta il mattino, ed anche qui le supermamme non si trattengono dal conversare condividendo le proprie abitudini. Altre volte accade per telefono, con amiche che avevano chiamato solo per un veloce accordo e che invece si sentono travolte da un fiume di parole (forse capiscono ora la metafora sanremese stranamente vincitrice alcuni anni prima! Anche con i propri famigliari devono raccontare quello che è successo prima, al lavoro, al supermercato, dal dentista. Vorrebbero fermarsi, ma non ci riescono, hanno bisogno di esternare, esternare, comunicare, parlare!!!
Perché? Forse Freud o Jung (sapete la differenza? Qualcuna di voi sicuramente sì!) darebbero la loro spiegazione ma molto banalmente alle supermamme viene qualche intuizione…
Chiameranno quell’inspiegabile irrefrenabile parlantina in vari modi: bisogno di rapporti over 10, esorcismo della solitudine, condivisione con donne che si sentono affini, tirare fuori una parte nascosta di sé, voglia di esserci, necessità di essere ascoltate dopo tanto ascoltare, dirsi e quindi affermarsi, normalità di un genere, quello femminile, che ha in sé la cifra del comunicare… voi come la definireste?
Certo si stupiscono di essere così, quelle volte, e un po’ se ne vergognano, in quella immancabile tendenza a darsi sempre un giudizio, possibilmente negativo. Eppure quel giorno erano proprio delle taciturne chiacchierone.
Scusa, sarei interessata a capire bene la differenza tra Freud e Jung... mi potresti aiutare?
RispondiElimina