In questo capitolo del grande manuale sulle supermamme non si tratterà del mitico mitizzato mito del primo approccio amoroso-sessuale delle suddette, ma di un altro passaggio significativo della loro esistenza non meno coinvolgente e sconvolgente.
Si tratta della prima volta che le supermamme fanno “bagagli e burattini” (per lavoro, per divertimento, per prova, per curiosità...) e partono, da sole.
Da sole? Il concetto stesso appare strano e impossibile. Be’, certo, il pensiero correrà chissà quante volte ai loro frugoletti e al compagno di vita a casa, e quindi sole davvero non lo saranno mai, ma questa volta in viaggio saranno proprio senza di loro, senza quella porzione di famiglia che è più dentro che fuori di sé.
Nei preparativi per l’evento le supermamme cercano di non sentire troppo quelle diverse vocine interiori che le spingono ora a sentirsi in colpa, ora a gioire per l’inaspettata occasione, ora ad avere paura che succeda qualcosa (le supermamme che temono l’aereo, poi, non ne parliamo!), ora a dirsi che è tempo di iniziare a dare segni di taglio al cordone ombelicale, ora a convincersi che è la cosa giusta, ora a pentirsi di avere accettato, ora a pensare freneticamente a tutto quello che chi resta a casa dovrà fare nei quattro giorni senza di loro (con conseguente preparazione di cibo, organizzazione di spostamenti, indicazioni sul vestiario) …
Con l’apparente motivazione di preoccuparsi per il papà e i cuccioli che resteranno a casa celano la paura o comunque lo stranimento per fare qualcosa che non capitava da anni, o millenni: qualcosa che riguardi loro stesse e basta.
E non si sa se alla fine sarà una bella o cattiva esperienza, di certo è un passo importante perché da tanto non si vedevano dall’esterno come esseri indipendenti (o pseudo-tali!).
Immaginano già la necessità di lunghe conversazioni telefoniche serali, ipotizzano strani collegamenti via web, devono necessariamente portarsi un libro da leggere sufficientemente allegro da nascondere le nostalgia.
Ma sotto sotto vogliono sentirsi vive, libere, felici, scoprire e conoscere luoghi e persone; essere più ricche dentro e poter raccontare; addormentarsi soddisfatte serene e sufficientemente stanche la sera; e non sopportano di essere così complicate da non poter semplicemente partire.
A proposito: sono tutte così complicate le supermamme?
Si tratta della prima volta che le supermamme fanno “bagagli e burattini” (per lavoro, per divertimento, per prova, per curiosità...) e partono, da sole.
Da sole? Il concetto stesso appare strano e impossibile. Be’, certo, il pensiero correrà chissà quante volte ai loro frugoletti e al compagno di vita a casa, e quindi sole davvero non lo saranno mai, ma questa volta in viaggio saranno proprio senza di loro, senza quella porzione di famiglia che è più dentro che fuori di sé.
Nei preparativi per l’evento le supermamme cercano di non sentire troppo quelle diverse vocine interiori che le spingono ora a sentirsi in colpa, ora a gioire per l’inaspettata occasione, ora ad avere paura che succeda qualcosa (le supermamme che temono l’aereo, poi, non ne parliamo!), ora a dirsi che è tempo di iniziare a dare segni di taglio al cordone ombelicale, ora a convincersi che è la cosa giusta, ora a pentirsi di avere accettato, ora a pensare freneticamente a tutto quello che chi resta a casa dovrà fare nei quattro giorni senza di loro (con conseguente preparazione di cibo, organizzazione di spostamenti, indicazioni sul vestiario) …
Con l’apparente motivazione di preoccuparsi per il papà e i cuccioli che resteranno a casa celano la paura o comunque lo stranimento per fare qualcosa che non capitava da anni, o millenni: qualcosa che riguardi loro stesse e basta.
E non si sa se alla fine sarà una bella o cattiva esperienza, di certo è un passo importante perché da tanto non si vedevano dall’esterno come esseri indipendenti (o pseudo-tali!).
Immaginano già la necessità di lunghe conversazioni telefoniche serali, ipotizzano strani collegamenti via web, devono necessariamente portarsi un libro da leggere sufficientemente allegro da nascondere le nostalgia.
Ma sotto sotto vogliono sentirsi vive, libere, felici, scoprire e conoscere luoghi e persone; essere più ricche dentro e poter raccontare; addormentarsi soddisfatte serene e sufficientemente stanche la sera; e non sopportano di essere così complicate da non poter semplicemente partire.
A proposito: sono tutte così complicate le supermamme?
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