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Visualizzazione dei post da aprile, 2012

Tu non sai

In una intensa poesia Turoldo si rivolgeva a Dio e gli diceva che Lui non sapeva molte cose, di quelle che succedono quaggiù, di quelle da uomini e donne normali, che ogni giorno hanno a che fare con la vita e tutto quello che ciò vuol dire. Tu non sai molte cose, concludeva il frate affidandosi comunque al suo creatore e riconoscendolo come interlocutore. Così ugualmente le supermamme a volte rivolgono il loro sguardo in alto e nella loro ignoranza delle cose del Cielo gli dicono “Tu non sai”. Tu non sai il movimento impercettibile di una farfalla dentro di sé, l’ansia che tutto vada bene, i calci più tardi che tolgono il sonno. Non sai il perdere il sonno, e non capire più niente al mattino e desiderare essere sole per una notte intera. Tu non sai la sofferenza di vedere tuo figlio soffrire, o perdersi, o allontanarsi, e non potere fare niente. Non sai la bellezza di manine e braccia e sorrisi, né la voglia mista a paura che i tuoi figli crescano. E neppure sai come crescono in fret

Ragazzine

Le supermamme guardano distrattamente le loro figlie femmine, quelle coccolone e morbide, quelle vezzosette e chiacchierone, quelle che cominciano ad avere le amiche del cuore, quelle che non riescono a trovare la loro, quelle che ormai passano tanto tempo sui libri, quelle che ancor più distrattamente sono già ragazzine. Donne loro, le supermamme, donne saranno loro, le proprie figlie. Ma come? Dentro c’è il loro modello, c’è quello che hanno fatto, provato, vissuto, sentito; quello per cui hanno gioito o sofferto, le battaglie che hanno intrapreso e quelle che stanno ancora combattendo, quello che hanno perso e quello che hanno trovato. Ma per quelle bambine che scappano, cosa si immaginano, cosa desiderano? quale felicità? Non riescono a pensarle diverse da sé, ma neppure uguali. Le vorrebbero, sicure, forti, capaci di muoversi nelle tempeste, passionali e decise in amore, capaci di coltivare i loro sogni, di investire nel futuro con le idee geniali che già ora hanno, di costrui

Passaggi

Si chiedono le supermamme come mai la Pasqua, ancor più del Natale, sia diventata per i più, e anche per loro spesso, una festa vuota. Ovvero piena di uova, scampagnate, cioccolate, auguri a destra e a manca, rinnovo del guardaroba, statistiche sui viaggi di primavera, ma di cui non si rintraccia più il significato profondo, originario. Eppure si sta a casa da scuola e un po' anche dal lavoro; eppure ci si fanno gli auguri; eppure si fa festa; eppure si ha voglia di festa... Eppure le supermamme, più di tutti, dovrebbero saperlo che Pasqua significa Passaggio. Loro che lo vivono quotidianamente dentro e fuori, loro che devono lasciare ogni giorno da parte un po' di sè per far spazio a qualcosa d'altro, a cui non avevano magari mai pensato, che forse non capiscono ed anzi non vorrebbero vivere, che le sconvolge nel bene e nello stupore o nella sofferenza e nel dolore. Passaggio da uno stato all'altro, dalla morte alla vita, da un luogo all'altro, da una stagione