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Visualizzazione dei post da 2014

In ripresa

Lungi dal voler fare riflessioni economiche sull'uscita del mondo dalla crisi, come in tanti continuamente fanno, le supermamme invece pensano che l'essere "in ripresa" sia la condizione che si augurano pensando al nuovo anno. Certamente tutte avranno provato quella sensazione elettrizzante e rinvigorente capace di far sentire che le cose possono andare per il verso giusto, ed è proprio quella che desiderano sentire dentro di sè. Come la prima volta che si riesce a fare una gita fuori porta dopo che sono nati i pargoletti, e si vede che non solo è possibile, ma pure divertente scoprire le cose anche attraverso i loro tempi e i loro occhi. O come quando si cambia lavoro, e a prevalere sul disorientamento e i timori intervengono l'entusiasmo e la voglia di novità. O come quando ci si riprende lentamente da una lunga convalescenza, e ci si fa la doccia, e i capelli tornano lisci e profumati. O dopo un intervento chirurgico in cui giorno dopo giorno si fanno prog

A dura prova

Quando i pargoletti hanno pochi mesi di vita, o l’anno raggiunto a malapena, e quando magari i pargoletti sono due o più e vicini, da accudire in ogni cosa ovvero soffiare nasi, pulire culetti, imboccare pappe, rimboccare coperte, dissetare gole, ninnare corpicini, misurare temperature, … pensano che non ce la faranno mai. Non sempre, ma in certe giornate si sentono davvero immerse, impantanate, invischiate in un qui ed ora destinato a diventare eterno, senza soluzione di continuità, senza che ci sia più spazio alcuno per loro stesse. Poi l’evoluzione va da sé  e, a mano a mano che il tempo passa, quelle fatiche immani si allentano, si attenuano, si modificano. La fatica da fisica diviene psicologica. Da muscolare a cerebrale, fitta di domande, interrogativi, spiegazioni, compromessi, autonomie e ritorni alla gonnella della mamma. Codine, treccine, capelli sciolti, capelli corti, capelli arricciati, capelli con strani artifici: come le capigliature delle bambine anche quelle vite si

Foto

Le foto sono tremende. Hanno un potere enorme: fissano attimi e te li sbattono inaspettatamente in faccia investendoti di ondate di nostalgia o commozione o di senso-del-tempo-che-passa (e troppo in fretta). Qualcuno è puntualmente ritratto mentre mangia, con la bocca piena e storta, qualcun altro in pose poco credibili, qualcun altro fa invidia a tutti per la sua fotogenicità, ad altri ancora viene messo in evidenza il nasone o il ciuffo storto, o le occhiaie troppo marcate. Spesso non ci si piace e quello che voleva essere un bel ricordo diviene spesso occasione per rimbrotti o risate collettive. Nelle case di tutte le supermamme girano foto di ogni tipo: chi le classifica ordinandole cronologicamente commentando ogni immagine; chi le tiene alla rinfusa in scatole da scarpe, con finta noncuranza; chi le conserva ancora nei vecchi portafoto anni Settanta dai colori arancione o verde sgargiante; chi le digitalizza, le stampa, le ingrandisce, le regala, le riproduce periodicamente per

Quindici?!

Primi termosifoni accesi e vago profumo di mandarino tra le mani. Tanto sonno profondo e tante orecchie tese a scoprire e decifrare nuovi suoni, bisbigli, gorgheggi. Un senso di gioia esplosiva misto a quello di inadeguatezza che non le avrebbe lasciate più. Così ricordano questa stagione autunnale che ha dato alla luce la loro melina tonda e liscia con due occhi di castagne grosse, lucide dischiuse sul mondo.

Adorabili creature

Non c'è dubbio che tutte le supermamme si emozionino vedendo che i loro pargoletti, o quelli delle loro amiche o sorelle o cugine, iniziano la scuola elementare   primaria. Ma perchè? Mille sono le motivazioni che spingono a guardare con infinita tenerezza quelle adorabili creature: - quella tappa segna la fine di una fase e l'inizio di un'altra; - quelle fasi sono molto diverse tra loro: la prima fatta di spensieratezza e tempi lunghi; la seconda fatta di meno leggerezza e tempi più stretti; - quel "grembiulino" sopra gambette agili e svelte non se lo toglieranno fino a quando saranno uomini e donne con gambe forti e pronte ad andare lontane, a camminare per strade forse molto diverse dalle loro; - quel sorriso sdentato da bambini di prima diventerà sempre meno ingenuo e perfetto e si trasformerà, prima in dentoni enormi e bocche sgangherate, poi in apparecchio d'ordinanza, ed infine in una bocca nuova che si augurano possa essere sempre riempita da un s

Pessimismo cosmico

Sgrunt! ...le supermamme si ritrovano improvvisamente in un turbinio di pessimismo cosmico, che non è il loro, ma dei loro figli adolescenti, o preadolescenti, o postadolescenti, o treenni, seienni, quarantenni che vivono la fase corrispondente a quella adolescenziale. Quel pessimismo diventa il loro! O perlomeno quel turbinio (di scatole) le pervade intimamente. Hanno un bel dire gli psicologi e gli psicoterapeuti... Quando ci si è in mezzo non c'è soluzione che tenga. O perlomeno loro  non ne vedono i frutti subito; le supermamme sperano che i semi gettati con saggezza si mostrino più in là, nell'età della ragione. "Perché prendersela? Il problema è dei vostri figli" - sempre i suddetti esperti in psiche ed educazione. Ma come riuscire ad ignorare che le magliette stirate e piegate con amore diventano una pallottola informe laggiù nell'armadio in un nanosecondo? Come riuscire a respirare calme quando "quelli" si infuriano contro l'universo mond

Proporzioni

Se chiedono al marito di comprare i vasetti per la conserva dopo avergliene mostrato uno da modello, e si ritrovano con una decina di vasetti della misura doppia. Se mentre preparano una zuppa di zucchine con ortaggi un po' malconci avanzati da giorni in frigo si sentono dire: "si vede proprio che sono speciali le zucchine raccolte oggi, vero?". Se davanti ad un piatto di spaghetti melanzane e pomodorini si sentono fare i complimenti per gli ottimi spaghetti ai peperoni. Cosa devono pensare quando si sentono dire: "sei bellissima?". Forse è tutta questione di proporzioni e punti di vista... hi hi hi!

Felicità

Si cercano scampoli di felicità  un po' ovunque e si pensa ci siano luoghi, o tempi, o momenti in cui sia più facile trovarla. Si rincorre sovente l'idea che essa si rintani nel passato, quando "tutto andava meglio". O nel futuro, quando faremo quel viaggio, arriverà quell'amico, avremo quei soldi. Si immagina che essa si manifesti in un campo di lavanda odorosa di miele ondeggiante alla brezza d'estate, in una cenetta a lume di candela, in una gita fuori porta con gli amici, nell'immergersi in acque sorprendentemente cristalline, davanti a un camino, al caldo dopo un acquazzone, in una partita a carte dopocena, di fronte alla luna gialla e grande, aspettando anche stelle cadenti, nel rinnovato abbraccio tra chi non si vede da tempo... Ma le supermamme sanno anche che a volte possono essere sorprese da attimi quasi perfetti di felicità,  che sono tali forse proprio perché non li avevano messi in conto, programmati, immaginati, desiderati, sperati inten

Costume e costumi

Durante le loro peregrinazioni vacanziere le supermamme si svestono e mostrano le loro bianche fattezze al mondo, coperte da piccoli scampoli di tessuto. Molte di loro si guardano e riguardano prima dell'esposizione al sole sperando che un po' di colore arrivi presto a migliorare la situazione; altre sono certo più disinvolte e non si pongono più di tanti problemi confortate dal fatto di trovarsi a parecchie miglia da casa. Fin dalla primavera i post di facebook si affollano di battute, aforismi, vignette dedicate all'evento in questione e sembra sempre che nessuna si piaccia. Eppure. Eppure sotto i loro ombrelloni, difese da grossi occhiali da sole, le supermamme interessate ad analisi sociologiche osservano le loro simili per genere e ne vedono di tutti i colori. Letteralmente, perché i colori dei costumi sono i più diversi, da quelli "moda"  fluo a quelli che si presentano in tutte le varietà e sfumature, non sempre la più adatta alla carnagione. Come anc

Di fotogrammi biglietti e cartoline

Quel giorno con i capelli al vento e al sole di maggio, quando per caso sfiorarono per la prima volta la mano di quel quasi sconosciuto, e poi le labbra, non sapevano altro che di loro stesse. E di quello che sognavano, se sapevano davvero sognare. Non sapevano, se non forse in fondo al loro cuore, che quello sarebbe stato il loro sposo. Non sapevano che con lui sarebbero passati in un soffio vent’anni. Che ogni giorno avrebbe riservato loro tutta quella gamma dei sentimenti e degli eventi e che assieme sarebbe stato meno duro. Non sapevano però che sarebbe stato anche così duro, ma neppure così denso, e bello e ricco. Non sapevano di come si sarebbero complicate la vita con ragionamenti e piccole scaramucce di egoismo e caparbietà capaci di rovinare le giornate. Non sapevano della generosità e dell’altruismo del loro compagno di strada. E neppure di tutte quelle cartoline che la vita avrebbe spedito loro: le immaginavano piene di cuoricini e saluti gentili e invece a volte le avre

Ascoltare

Talvolta le supermamme sono spiazzate. Dalla primavera che le butta su e giù. Dalla stanchezza che le butta giù. Da certe giornate di disarmonia in cui si sentono perse e sole nel mondo della quotidianità o da altre in cui si sentono in armonia con le proprie creature che dicono di sentirsi felici. Dalla festadellamamma, con tutte quelle catene su whatsapp e quei filmati e quei messaggi che, aldilà di ogni possibile retorica, le riportano alla loro condizione di mamma, ormai talmente insita in loro da non essere più quasi notata, ma portatrice di tutto ciò che di straordinario e unico si possa dire e immaginare. Così, tra una vignetta e una poesia, si ritrovano a pensare a quello che già fanno e a quello che potrebbero fare di diverso, a quello che non riescono ancora a fare e a quello che invece ormai riesce loro benissimo. E di conseguenza si ritrovano a pensare a come si sentono spiazzate persino da un verbo, apparentemente banale, utilizzato diverse volte come verbo, ma molto

Sentirsi stupide

Non si lasci ingannare, il lettore, pensando ai classici casi in cui le supermamme si sentono stupide. Non si tratterà qui infatti né di quando queste sentono di aver sprecato il loro tempo per qualcosa che le ha poi deluse; né di quando organizzano a puntino la giornata e una puzzosetta adolescente rovina tutto con le sue grida, i suoi sberleffi e loro non sanno se reagire e come; né di quando acquistano qualcosa prese dall'euforia della primavera, dall'aria chic del capo, dalle moine insistenti e maliarde della commessa e poi a casa si pentono immediatamente dell'oggetto. No, non si parlerà di questi casi né dei molteplici altri in cui questo sentimento le pervade. Ma piuttosto di quando entrano nel negozio di elettronica. Sì, perché è d'obbligo precisare che loro non si sentono affatto digital divided , che la loro conoscenza in materia è di gran lunga superiore alla media delle loro coetanee, che in ogni caso si sentono aperte ad imparare, si lasciano incuriosir

Dall'altra parte della strada

Nella vita capita anche così, che una sera siano a ridere e a godersi una serata tra amici da tempo desiderata e rimandata e che pochi giorni dopo si ritrovino sul marciapiede opposto a piangere una loro coetanea strappata alla vita troppo presto, come si è soliti dire. Due marciapiedi opposti: quello delle ultime chiacchiere dopo la pizza in cerca di spensieratezza, di leggerezza e di amicizia; e l’altro, posto per caso proprio di fronte, in cui piombano nella compassione più densa e profonda per la disperazione di un amico e dei suoi figli; in cui si interrogano sul non-senso e sull’ingiustizia di queste cose; in cui cercano una speranza a cui volgere gli occhi; in cui si ritrovano a chiedere che a loro non capiti mai; in cui si sentono ciniche a non piangere, giustificate a piangere, incredule se riescono a schermarsi davanti a tanto strazio, deboli se la tensione calerà e sentiranno tutto il dolore assorbito, egoiste quando capiscono che quel dolore è anche la loro paura, perché

Tra le nuvole

Le supermamme un po' paranoiche che non si sa perché devono controllare tutto fino all'ultimo, hanno paura di volare. O, meglio, come disse qualcuno, paura di cadere. Tralasciando tutte le considerazioni legate al fatto che volare è comunque è innaturale, che un'alta percentuale di persone finge sicurezza, ma in realtà teme il volo, che esistono corsi per superare questa paura, che bisognerebbe capire da dove deriva questo timore ecc. ecc. ecc... E tralasciando pure il fatto che alla minima minima turbolenza (non sia mai poi che dicano di allacciare le cinture per sicurezza a metà percorso!) si avverta un improvviso ancestrale movimento di pancia difficilmente placabile anche dai più razionali e pragmatici ragionamenti (le hostess stanno sorridendo; è normale trovare dell'aria in aria; nessuno è preoccupato; l'aereo è fermo su una massa d'aria che gli fa da strada...). Tralasciando tutto ciò, capita che le supermamme cambino il loro atteggiamento. Non si s

Profezia

Quando da ragazze sentivano che alla Madonna "una spada trafiggerà l'anima" ascoltavano e già ne rimanevano turbate, immaginando quello squarcio nell'intimo profondo, ma non sentendolo dentro. Da quando sono divenute madri quella profezia se la ritrovano un po' su di sé. E quello squarcio, piccolo o grande che sia, si materializzerà via via nelle diverse circostanze della vita, profondo e celato, mostrato a tratti solo da quella inconfondibile profondità di sguardo che solo le supermamme hanno. A tratti. Mentre cullano il piccolino per farlo addormentare, e la sua neonata manina le percorre avanti e indietro sul petto a cercare consolazione e protezione, e in quella indicibile gioia misto anche il desiderio interrogativo di poterla offrire sempre, quella protezione. Mentre sgridano anche ragionevolmente i propri figli, ma usando le parole o i toni o gli esempi meno adatti: se ne accorgono, non sanno già più come rimediare, e sanno già che quelle parole saranno

Disfando l'albero

Sicuramente l'ottodicembre o giù di lì le supermamme hanno messo in piedi l'albero, come da tradizione. E sicuramente il seigennaio o giù di lì le supermamme lo hanno rimpacchettato. L'hanno messo su per i propri pargoletti infanti, in versione minimal o sopraelevata per evitare lanci di palline o ingestione di finte pignette; oppure l'hanno costruito assieme ai loro figlioli che hanno puntualmente posizionato palline, stelline, cuoricini e angioletti su un unico ramo che avrà fatto pendere inevitabilmente l'ikeizzato abete da un lato; hanno magari pure litigato per il suddetto posizionamento rovinando l'atmosfera che avrebbero voluto natalizia e pacifica; hanno forse lasciato fare ai ragazzi più grandi fidandosi, o quasi, delle loro ormai raggiunte abilità. Di certo alcune certezze, ciascuna le sue: necessità di musica natalizia di sottofondo durante l'esecuzione; necessità di passare l'aspirapolvere subito dopo, data l'innumerevole quantità di a